Il business delle energie rinnovabili sembra essere ben lungi dall’esaurirsi.
Basti considerare, in proposito, che entro il 2020 si prevede un incremento degli investimenti sul settore eolico e su quello solare pari al 50 per cento dell’attuale livello, in grado di contribuire a spingere al rialzo – nei prossimi 5 anni – l’aumento di produzione di energia pulita al 40%.
Non solo: la crescita del business delle eco-energie dovrebbe altresì a contribuire a spingere al rialzo anche il comparto delle assicurazioni sugli impianti ad energia pulita e rinnovabile, per un volume d’affari che – si stima – potrebbe raggiungere i 2,8 miliardi di dollari. Un ammontare estremamente interessante (almeno, per gli operatori assicurativi), e giustificato dal fatto che gli investitori raramente rinunciano a tutelare i propri costosi impianti dai rischi strutturali e da quelli legati a calamità naturali.
A sancire le stime di cui sopra è stato, nelle scorse settimane, un recente report di Bloomberg New Energy Finance, secondo cui la domanda di soluzioni di gestione e di tutela del rischio crescerà costantemente nel corso del prossimo futuro, semplicemente in virtù del fatto che il settore delle energie rinnovabili è destinato a diventare semplicemente più grande e importante.
Per quanto concerne il valore delle singole polizze assicurative, si riscontrano dei livelli particolarmente allettanti per gli assicuratori. Basti considerare, infatti, che gli impianti ad energia rinnovabile sono spesso strutture contraddistinte da una grande complessità tecnologica e che – soprattutto in alcuni casi specifici, come accade per gli impianti offshore – sono soggetti a una lunga serie di rischi (alcuni dei quali di entità davvero rilevante in termini di conseguenze). Diventa così normale cercare di affrontare una spesa assicurativa, anche ingente, pur di dormire sonni maggiormente tranquilli, e non dover fronteggiare delle improvvise spese di risarcimento danni, o dei salati costi di riparazione, per un incongruo risparmio odierno.